__CONFINI__La scalata del Passo
Il viaggio continua, dopo l'incontro con lo sciamano proseguo su una strada così stretta che a tratti, dei semafori segnalano chi può passare nell'unica corsia. Non so dove sono, il sig. Gps è sparito dallo schermo del mio telefonino e vorrei arrivare a Milano prima di notte.
Vedo finalmente una casa e un uomo che sta tagliando la legna, mi fermo a chiedergli informazioni. Mi dice che ho sbagliato strada, devo tornare indietro e passare dalla Svizzera. Lo guardo pensosa, di solito quando sbaglio strada c'è sempre qualcosa di interessante da scoprire.
Gli chiedo cosa c'è alla fine della strada che sto percorrendo, prima di rispondere, guarda i pneumatici della mia auto e dice con aria dubbiosa: "Le gomme sono abbastanza buone, ma se c’è neve ci vogliono le gomme da neve, e poi forse il passo è chiuso."
Ci guardiamo per un attimo in silenzio poi, spazientito: "Non vorrà andare sullo Stelvio da sola!".
Ecco ci risiamo, ancora una volta il fatto di viaggiare da sola provoca la perplessità di qualcuno sulla mia strada.
Vedo il suo sguardo seguirmi mentre mi allontano, poco più in là scopro che il passo chiuderà tra due giorni. E’ una magnifica occasione per scalare il valico automobilistico più alto d'Italia e il secondo d'Europa.
Mi preparo all'avventura con una cioccolata calda e una fetta di torta di ciliegie sulla terrazza panoramica dell’unico bar prima della salita. Da quassù gli alberi sembrano ancora più alti e i ghiacciai più vicini.
Poi iniziano i tornanti a gomito che portano verso la cima del passo, a 2850 metri d'altezza. Man mano che salgo il mondo che mi circonda diventa sempre più stupefacente, i gialli e gli ocra autunnali degli alberi sembrano fluorescenti accanto al bianco dei ghiacciai e delle cime innevate.
Man mano che si sale, i tornanti si fanno più stretti e i boschi lasciano il posto alle rocce.
Appena trovo uno spiazzo mi fermo per contemplare il paesaggio. In una di queste occasioni chiacchiero con una coppia di motociclisti, è la prima volta anche per loro e non stanno nella pelle, "Sono ottantotto tornanti" mi dicono e mi chiedono di far loro una foto, ne fanno una anche a me.
La salita, non so se per l'altitudine o per l'emozione di essere sopra al mondo, mi sta facendo uno strano effetto: sono galvanizzata da una felicità sempre più incontenibile. Guardo dall'alto la strada che ho appena percorso, che avventura memorabile.
Mi dico per l'ennesima volta, che bisogna sempre cercare nuove strade per trovare l'inaspettato, bisogna osare, spingersi oltre i confini, mettere in moto tutti i sensi verso la scoperta, il cambiamento, la libertà. Non sono proprio le emozioni a renderci vivi?
Ormai sono quasi in cima, I rossi, i bianchi e i neri dominano il paesaggio.
Poi anche il rosso della terra lentamente scompare, sono sulle cime dell'Ortles.
Arrivata sul passo e ai primi assembramenti umani, ho solo voglia di ridiscendere subito per trovarmi di nuovo in mezzo al magnifico nulla. Passando do un'occhiata ai negozi, ai bar, al rifugio e ai banchetti, c'è persino una banca, ma non mi fermo neppure, voglio riprendere la strada, questa volta tutta in discesa fino alla Valtellina, un occhio alla strada ed uno alle meraviglie che mi circondano.
Giorni come questi sono regali inaspettati, la bellezza della montagna, degli alberi, della natura tutta, leniscono, consolano, danno speranza. Qui, lontani dal ribollire inquieto della civiltà umana, la vita mostra di avere un senso.
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Il passo dello Stelvio ha una lunga storia:
- Voluta all'inizio dell'Ottocento dall'imperatore Francesco II d'Asburgo
- Realizzata dal 1822 al 1825 dall'ing. Donegani di Sondrio
- Fino al 1915 percorsa dalle diligenze tutto l'anno; in inverno gli spalatori sgomberavano la strada dalla neve.
- Nel 1859 diventa territorio di confine e gli austriaci costruiscono tre fortificazioni lungo la salita del versante orientale.
- Sul ghiacciaio del Livrio si pratica sci estivo, tra le numerose scuole da sci la più famosa quella fondata da Pirovano e oggi proprietà della banca di Sondrio che ha in cima al passo lo sportello bancario più alto d'Europa.
- Ogni anno, l'ultimo giorno di agosto e il primo di settembre, il Parco Nazionale dello Stelvio organizza la Giornata della Bicicletta, 12.000 ciclisti percorrono la strada che viene interdetta ad ogni altro mezzo di trasporto.
Sono stato sullo Stelvio molti anni fa, impegnativo e inebriante. Ma le tue immagini rendono questa avventura ancora piu' straordinaria, come pure il fatto di esserci arrivata per caso e in un momento in cui la natura era un vero splendore. Si' hai ragione, bisogna come dici tu "mettere in moto tutti i sensi verso la scoperta". Grazie di ricordarcelo in questa trilogia di Confini.
Bellissimo, non ci sono mai stato. Brava.