La duna degli innamorati
In giro per La Maddalena senza una meta precisa, se non il desiderio di scoperta, percorro la parte settentrionale dell’isola, dove le coste sarde si confrontano con la Corsica e le falesie bianche di Bonifacio. Mi perdo a seguire le evoluzioni di un gabbiano che plana lentamente tra le nuvole gonfie di vento.
All’orizzonte le isolette di Corcelli e Barrettinelli di Fuori, mi ricordano quando anni fa, su un gommone carico di famiglia e cani, ero approdata tra le rocce di granito intorno al faro. E’ stato proprio lì che immergendomi, ho incontrato il mio primo pesce luna.
All’improvviso appare dall’alto una spiaggia sabbiosa che riluce di gradazioni turchesi, guardo sulla mappa per individuare la cala sotto di me, si chiama Monti d'à Rena; ancora una volta nel girovagare, l’istinto mi ha portato in un luogo splendido. La natura selvaggia mi circonda con una vegetazione fitta e profumata. La luce nitida mi confonde con il contrasto dei rosa della sabbia e delle rocce e gli azzurri del cielo e dell'acqua.
Seguo un sentiero fino al mare, c'è anche un piccolo stagno accanto alla spiaggia che si innalza verso il cielo con una duna molto ripida.
Salgo fino in cima, sprofondando nella sabbia dorata e sottile, fino a scoprire un rifugio perfetto per pensare, dormire, scrivere. Da una parte l’ombra, dall’altra, un albero dove appendere le mie cose.
A pochi passi un passaggio tra gli arbusti apre a un belvedere naturale sull’orizzonte marino; intorno, grandi sentinelle di granito rosso, in basso sotto di me, lo stagno illuminato da ciuffi di agropiro.
Nessuna presenza umana, il silenzio segna un tempo immobile che sospende le cose, un respiro profondo pacifica l’emozione che si agita nel mio stomaco, tutta questa bellezza mi riempie del sentimento che preferisco, la commozione.
Mi installo nella mia nuova casa verde, accanto a una roccia rossa, mi viene in mente Roberto, un geologo viaggiatore incontrato in treno, mi spiegava che i graniti di questo arcipelago sono gli stessi del Monte Bianco e della Calabria; dunque sono sdraiata su un masso che ha viaggiato dalla cima di una montagna di 5000 metri fino qui.
Non smetto di guardarmi intorno, il sole è alto, medito di lasciarmi scivolare sulla china della sabbia fino al turchese.
Più tardi, parlando con una ragazza in un baretto, saprò che chiamano questo posto, la duna degli innamorati, ma io sto già conoscendo gli innamorati che le hanno dato il nome, perché sono proprio qui davanti a me e non sono umani.
Mi colpisce sempre trovare piante e rocce che vivono strette una all’altra e mi piace immaginare che il destino, come per noi umani, li abbia designati ad essere compagni di vita. Ecco un ginepro fenicio che sembra abbracciare una pietra di granito rosso, più vecchia di lui di milioni di anni; nel tempo si è arrampicato su di lei per resistere al maestrale e arrivare in alto dove la vista spazia fino all’orizzonte. Lei, arresa alla sua ascesa, sostiene con la forza antica quel grande fusto così flessibile e lo scalda quando è freddo, con il calore accumulato dal sole. C’è anche un piccolo ginepro che vuole emularlo e sembra proprio una figuretta che si arrampichi sulla roccia.
Tutto è possibile nella magia di quest'angolo di mondo, anche che pietre e alberi si amino, basta spingere lo sguardo oltre le convenzioni, verso una diversa visione della realtà, in cui ogni cosa può avere sensi e significati diversi. Ogni artista lo fa, qualsiasi persona lo può fare, la poesia premia l'immaginazione.
Uno sguardo al cielo, il vento sfuma le nuvole come se avesse un pennello, chiudo gli occhi e mi addormento.
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I was there with you 😍
Bellissima descrizione di immagini, luoghi e sensazioni. L'avviluppo amorevole tra le pietre e gli alberi, poi, è una potente metafora poetica che ha tanto da insegnare ed evocare...
Nell'intreccio delle tue frasi scaturisce l'emozione che la natura ti ha donato nella sua infinita bellezza, namasté